In un’auto nera parcheggiata nella notte c’è Il Confessore, un uomo senza nome che ascolta pazientemente i segreti e i desideri della gente. Nessun ostacolo è insormontabile, nessun peccato è troppo grave: ognuno uscirà da quell’auto solo dopo aver ricevuto una penitenza e un’assoluzione. Chi è davvero il Confessore? Un mafioso? Un prete? Un autista? Un sicario? Gli uomini e le donne che entrano nel “confessionale” chiedono che il Confessore si sbarazzi dei loro nemici e li liberi dai loro peccati. In questo mondo sospeso, fatto di metafore velate ma potenti, nulla è ciò che sembra; non tutti i peccatori sanno di avere peccato, molti sono inconsapevoli di essere solo marionette, legate a fili trasparenti e mosse da mani che operano dall’alto.
Il Confessore “risolve i problemi”. Fa sparire i nemici dei suoi “discepoli” e opera come l’ago della bilancia per la giustizia divina e quella terrena: attraverso di lui le azioni ignobili compiute da pochi resteranno impunite e sconosciute a molti. Ma la vita umana è fragile, ed è questa forse l’unica vera giustizia Divina. Il Confessore ha scoperto che il suo tempo sta per scadere e districandosi nell’intreccio delle vite degli altri dovrà trovare la strada per la sua personale assoluzione.